Ritorna Settembre. L’inarrestabile ciclicità delle stagioni mi dà un piacevole senso di deresponsabilizzazione, un lasciarsi trasportare tranquillo nel mulinello di mamma natura. Altro che Storia, Evoluzione, Occidente. Uhm… pericolosamente Battiato.
Andiamo coi ricordi. When I was young… ovvero tanti ma tanti anni fa, e frequentavo le scuolacce italiane, tipo medie o superiori, in questo periodo soffrivo pesantemente di una depressione stagionale che avevo ribattezzato “angoscia settembrina”. Uno stato che, facendo il parallelo con la settimana, più o meno equivaleva in grande a quella piccola malinconia che ti prende la domenica sera quando senti alle porte il lunedì. Settembre è il lunedì dell’anno, tutto riparte. Ora non più. Non più angoscia, intendo. Il “settimo mese”, però, resta a tutti gli effetti l’inizio dell’anno. Quindi, è tempo di programmi.
Il programma che pianifico per quest’anno – la mission dell’azienda Fabio – è quello di evitare qualunque programma. Il che non equivarrà ad una adesione al grande partito dei fancazzisti d’Italia, semmai a quello molto più piccolo dei leggeri.
Leggerezza operativa. Non “farò” e nemmeno “non farò”. Coniughiamo tutto al condizionale presente: “potrei” ed anche “non potrei”. Camminare fischiettando con tutti i sensi all’erta, pronti a captare stimoli esterni, novità.
Farsi guidare dal “forse”.
Non cercare ma farsi cercare, dalle cose, dalla gente. E se nessuno ti cerca… ‘sti cazzi. E se ti cercano troppo… no grazie.
Non reiterare il tuo presenzialismo.
Non insistere con l’attivismo.
Non offrirti passivo alle brame altrui.
Soprattutto – cosa davvero rivoluzionaria per me – non pianificare cose, eventi, obiettivi. L’ansia di esserci a tutti i costi, per quest’anno, può andare in ferie. Direi che finalmente me lo posso permettere.
P.s. una sola eccezione programmatica: sciopera il 6 settembre