ITALIA
romanzo di Fabio M. Franceschelli, scritto tra maggio 2013 e settembre 2014.
Pubblicato da Del Vecchio Editore a maggio 2016, collana Formelunghe, pg. 280, ISBN: 9788861101630.
finalista al Premio Italo Calvino 2015, XXVIII edizione
finalista e menzione speciale al Premio Opera Prima POP 2016
scheda di valutazione Premio Italo Calvino
pagina di ITALIA nel sito di Del Vecchio Editore
traduzione in inglese del primo capitolo
SINOSSI – Italia è un romanzo il cui titolo ha una duplice spiegazione: da un lato la narrazione vuole essere una metafora dell’Italia e dei cupi tempi che il Paese sta vivendo in questi anni, tempi di crisi economica, sociale e culturale, tempi di divisioni e di disilluse impotenze; dall’altro, Italia è anche il nome di uno dei principali personaggi del romanzo, probabilmente il più particolare, una vecchia signora di ottantuno anni che parla in un dialetto molto stretto, di fatto incomprensibile.
Il romanzo è ambientato in una imprecisata città del sud Italia, una città di mare dalle dimensioni di un capoluogo di provincia, ad esempio potrebbe trattarsi di Taranto o Salerno.
Nei primissimi capitoli del romanzo molti dei personaggi vengono presentati al lettore attraverso l’esposizione in prima persona dei loro pensieri, veri e propri flussi di coscienza (quasi monologhi teatrali) che inquadrano i protagonisti all’interno dei particolari stati d’animo che stanno vivendo. Sconosciuti gli uni agli altri, eterogenei per sesso, età, status sociale, hanno un unico aspetto in comune, quello di dover fare la spesa e, quindi, di dirigersi verso il più grande ipermercato cittadino, una sorta di immenso centro commerciale molto kitsch denominato La Cattedrale.
All’interno dell’ipermercato interagiranno tra loro, e tali vicende si intrecceranno con quelle dei dipendenti del centro commerciale, struttura in forte crisi di vendite e in imminente stato di cassa integrazione a zero ore. La casuale rottura delle porte di ingresso bloccherà per ore, e fino alla fine della vicenda, tutti i protagonisti – clienti e dipendenti – all’interno dell’edificio, situazione che contribuirà al progressivo aumento delle contraddizioni in gioco e della tensione.
Altri fondamentali elementi narrativi che entrano gradualmente nell’intreccio (complicandolo fino al parossismo) sono: un mass murder dinamitardo ossessionato dall’11 settembre newyorchese; un dipendente malavitoso e cocainomane che vuole vendicarsi dei dirigenti che lo vogliono licenziare; migliaia di gabbiani inferociti a seguito dell’accidentale uccisione di uno di loro da parte della guardia giurata del supermercato.
Sospesa tra il reale e il surreale, la narrazione procede secondo un montaggio quasi cinematografico, più lenta e introspettiva all’inizio e sempre più dinamica, convulsa, spiraliforme e centripeta man mano che avanza verso la fine. E tale fine sarà non semplicemente la fine “narrativa” del romanzo, ma anche la fine della vita di grande parte dei protagonisti, nonché la fine della Cattedrale stessa, moderno luogo di culto al dio della spesa, «tempio al mercato globale che sacralizza la merce e ti ammonisce contro il peccato di povertà». La sua apocalittica distruzione non avrà il sapore né di una liberazione né di una tragedia, semmai di una necessità della Storia, l’ovvia conclusione di un processo in atto da decenni e che appare, con triste evidenza, ormai inarrestabile.