Tutto va contestualizzato, anche la mia misantropia, i cui contorni mi appaiono evidenti se pur coperti dalle soffici lenzuola di un blog.
Aprire un blog non è certo un’azione da misantropo, aprirlo nel momento di massimo splendore dei social network sì. Appunto, la contestualizzazione in questo caso deve riferirsi all’ambito della rete, luogo che per definizione tutto connette, tutto relaziona e tutto porta allo scoperto.
Scoperto = esibizione
La misantropia va perciò contestualizzata all’interno di uno stato che le è completamente estraneo, quello esibizionistico.
La cosa più fastidiosa nel post appiccicato in bacheca su FB sta nel fatto che lo leggeranno i tuoi amici, e forse anche gli amici degli amici. Potenzialmente 2, 3, o anche 4cento persone poseranno gli occhi sul tuo scritto, il tuo stato, la tua riflessione, e lo masticheranno, magari digerendolo, magari risputandolo. Forse commenteranno, forse no, comunque dedicheranno almeno due o tre secondi a leggerti, sistemarti, giudicarti. D’altronde, credo, il senso del social network è proprio questo, mettersi in piazza e urlare il proprio pensiero.
Questo piccolo blog neonato, sepolto tra altre migliaia di simili, forse nemmeno tanto simili perché più vecchi, più interessanti, più di grido, mi fa sentire nell’intimità di casa mia, coperto, non scoperto. Lontano da intrusioni, sguardi, commenti, “mi piace”, smile del cazzo :)))
Insomma: sono solo, scrivo per me, non mi leggete, non mi commentate!
Ma sempre in rete siamo, per quanto piccolo e sconosciuto il blog resta potenzialmente visibile a tutto il mondo. Ed ecco che torna la relativizzazione e la contestualizzazione. Il misantropo che va in rete abita quel sottile, quasi impalpabile confine che c’è tra il non voler apparire, o nascondersi, e l’esserci, e quindi il mostrarsi.
Esistono le cose alle mie spalle? Esiste ciò che non vedo, non sento, non percepisco? Esisto io se nessuno mi osserva?
Non mi state a guardare, però, per sicurezza, ogni tanto datemi un’occhiata.
Quindi, se nel social network la modalità pricipale è l’esibizionismo sfacciato, in qualche modo grossolano, nel blog si è sempre nell’ambito esibizionista (che orrore la pagina about me), ma è più riservato, forse più perverso, molto simile a chi gira nudo per casa con la finestra leggermente aperta, non spalancata ma lasciata con quello spiraglio che non esclude l’eccitante possibilità che la giovane e bella vicina, o anche la vecchia e bigotta vicina, ti intravedano a tratti, come un fantasma, il fantasma delle loro ossessioni.
Ops ho cliccato sul bottone” i like”…Eh eh..
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Abbiamo bisogno di testimoni della nostra esistenza, che ci siano, ma anche che non siano troppo invadenti.
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